Facebook: al lavoro sui contenuti a pagamento

scuol

I dettagli sono coperti ancora da una coltre di nebbia, ma si parla di un meccanismo che potrebbe riguardare solo i contenuti nativi all’interno della piattaforma e rilasciati come Instant Articles (gli articoli super-veloci). In discussione ci sono le modalità di accesso — per esempio, fornire un certo numero di prodotti gratuitamente per poi richiedere l’abbonamento, come già fanno testate come il Washington Post e il New York Times — e l’eventuale ritenuta del social network. “Stiamo prendendo il tempo necessario per capire in profondità quali siano le esigenze e gli obiettivi di ognuno”, ha dichiarato l’azienda, riferendosi agli editori che potrebbero sfruttare la funzione per rimpolpare le possibilità di crescita.

Aiutare gli editori a essere pagati per i loro contenuti digitali è probabilmente l’aiuto più significativo che Facebook potrebbe fornire al giornalismo globale”, ha commentato Jim Friedlich, amministratore delegato della fondazione che sta dietro il Philadelphia Inquirer, che ha fortemente sponsorizzato l’iniziativa.

Una sottolineatura, quella di Friedlich, che ha ragion d’essere: dopo essere stato accusato, in una prima fase, di essere aver disperso il patrimonio informativo delle testate, Facebook è da almeno due anni al centro della difficile questione della disinformazione. Ora, se proprio quel canale riuscisse a riaccreditare il valore dei contenuti originali degli editori, questo costituirebbe, quantomeno, un passaggio da rilevare.

Be the first to comment on "Facebook: al lavoro sui contenuti a pagamento"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*