Apple Store di Milano, apertura ufficiale

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Tutti hanno provato a scendere sotto, pochi hanno potuto vedere il negozio in anteprima. Uno spazio grandissimo, minimalista, con arredi di design bianco e beige —ma pareti e pavimento sono di pietra grigia e richiamano la scalinata esterna). «È il diciassettesimo negozio italiano ma il primo Global store europeo, l’altro è a San Francisco — ribadisce Caropreso —. Entrambi hanno rivoluzionato lo spazio circostante, al servizio del pubblico». I prodotti ordinati lungo le pareti e sui tavoli, otto alberi che campeggiano ai lati, sugli schermi interattivi le immagini che cambiano di continuo, la musica di sottofondo che accompagna la visita e la fontana che si intravede dal soffitto.

Saranno organizzati corsi per bambini, ragazzi, insegnanti, adulti e anche per gli anziani interessati al mondo digitale. Dal disegno al montaggio video alla fotografia, con anche passeggiate guidate in giro per la città. E ancora lezioni di montaggio video e animazione, laboratori di coding e informatica. Sul retro c’è anche una boardroom a immagine e somiglianza di quella nella sede di Cupertino, per incontri di lavoro e aziendali. Racconta Angela Ahrendts, vicepresidente e responsabile di Apple Retail: «Bisogna far evolvere l’esperienza che si offre nei negozi, nel mondo digitale ci sarà sempre un modo più veloce e economico di acquistare». Per attirare clienti negli store, dice, «facciamo lavorare la creatività, accendiamo la fantasia». In tutto il mondo lavorano nei punti vendita Apple più di 70 mila persone, «ma solo a Milano le app legate al sistema operativo iOs hanno creato un giro che vale 25 mila posti di lavoro», sottolinea la manager.

La multinazionale arruola professionalità trasversali: chi fa il dj, chi il fotografo part time o il tecnico del suono, chi è laureato in lingue. Il 30% a Milano sono donne (sopra la media degli altri negozi che è del 20%), nove le nazionalità presenti, 14 le lingue parlate. Alcuni giovanissimi appena usciti da scuola, altri over 40. Ci sono poi 21 artisti assoldati temporaneamente «per catturare l’energia dinamica della città — spiega ancora Caropreso —. Hanno risposto a modo loro alla domanda: cosa farai domani Milano? Saranno protagonisti della festa di inaugurazione ma anche di laboratori creativi tutti da inventare, all’interno dello store. Avranno il compito di animarlo, promuoverlo sui social, scaldarlo e renderlo camaleontico».

I lavori nella piazza hanno accelerato in ultimo per scongiurare l’ennesimo rinvio e nei sotterranei non sono ancora terminati. Molte rifiniture saranno rimandate a settembre, nei giorni in cui aprirà la sua roastery Starbucks, nel palazzo delle ex Poste di piazza Cordusio. La Mela anticipa, la Sirena segue ma è già pronta a moltiplicare i suoi punti vendita e ha scelto le location. E Apple? «Si vedrà».

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