Apple contro Samsung

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Dopo sette lunghi anni tutto è pronto per porre la parola fine a un processo che sembrava infinito. I contendenti sono due nomi che pesano, Apple e Samsung, la posta in gioco è da ben un miliardo di dollari e l’accusa la conosciamo da anni: la Mela afferma che i coreani hanno copiato diverse funzioni dell’iPhone per il loro primo Galaxy, un telefono nato nel 2009, due anni dopo il Melafonino. Il 21 maggio ci sarà la resa dei conti di questa vicenda che accompagna gli appassionati di tecnologia fin dal 2011, quando a capo di Apple c’era ancora Steve Jobs. Il primo round dello scontro ha visto Apple accusare il suo fornitore Samsung di aver copiato diverse funzioni come i collegamenti rapidi ai numeri di telefono, l’autocorrezione quando si scrive e lo Slide to Unlock ma soprattutto di aver preso dalla Mela la «parte frontale rettangolare dell’iPhone con i suoi bordi arrotondati e la griglia di icone colorate che compare su uno schermo nero». Insomma, il concetto stesso del telefono così come oggi lo conosciamo.

Le tappe

Come si vede parliamo del Giurassico della tecnologia: lo Slide to Unlock in particolare era il meccanismo che permetteva di sbloccare il telefono muovendo un cursore verso destra, una funzione che neanche c’è più. Sulle prime i coreani avevano risposto con una seconda causa, poi queste si sono moltiplicate in tutto il mondo arrivando a ben 50 processi ma nel caso americano, la seconda tappa è del 2012 quando Samsung viene condannata a pagare un miliardo di dollari. I coreani ovviamente fanno appello e nel 2015 riescono a far abbassare la cifra a 400milioni di dollari. La terza tappa è del 2016 quando la Corte Suprema statunitense ha annullato la condanna da 400 milioni imposto al colosso sudcoreano. I giudici hanno stabilito che Samsung non dovrebbe essere obbligata a rinunciare agli interi profitti realizzati dai suoi smartphone solo per aver violato alcuni componenti e così la causa è stata rinviata a un tribunale di grado inferiore. E questo ci porta ad oggi.

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